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Elenco blog personale

26/05/17

incapace e poi governa l'italia

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"Spargere virus per poi vendere vaccini": L'inchiesta dei Nas e della procura di Roma.


notizie in real time dei disastri sulla Terra
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MI PIACE SEMPRE PIù QUESTA Virginia Raggi

MI PIACE SEMPRE PIù QUESTA Virginia Raggi


La Raggi elimina le botticelle dalle strade di Roma. Non c'entrano per niente nè l'animalismo fanatico, nè il veganismo, si tratta di una pura e semplice scelta di civiltà. Naturalmente i PDidioti hanno molto da ridire su questa decisione della nostra sindaca, infatti sostengono che la Raggi togliendo le botticelle vuole eliminare uno dei simboli più caratteristici della capitale. Eccolo il vostro simbolo (foto in basso) ritardati mentali!

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FRANCESCO CARBONE VIDEO E DOCUMENTI GIUDICATE E FATE GIRARE

In questo album c'e' la seconda Istanza inviata al Consiglio Superiore della Magistratura e la Relativa falsa risposta inviatami il giorno dopo che ho minacciato la dottoressa della prima commissione del CSM di denunciare il CSM alla Corte di Strasburgo. Ovviamente la telefonata e' stata registrata e non e' assolutamente vero che la mia istanza e' stata valutata al Plenum del CSM per come e' stato scritto nella risposta.



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sentitelo e diffondete, vogliamo sapere


cioè stiamo messi così


25/05/17

REDDITO DI CITTADINANZA Lo posto ogni tanto, perché la disinformazione dilaga..o semplicemente la malafede

REDDITO DI CITTADINANZA
Lo posto ogni tanto, perché la disinformazione dilaga..o semplicemente la malafede
in sintesi provo a dare una definizione chiara del Reddito di cittadinanza, nato anche tenendo fede al principio che nessuno deve rimanere indietro.. Trattasi di un corrispettivo versato a favore di coloro che non sono collocati al lavoro, è un reddito elargito per la durata di tre anni , periodo in cui il beneficiario deve dare alcune ore di disponibilità presso l'amministrazione comunale di appartenenza, per svolgere lavori socialmente utili, deve altresì dare piena disponibilità alla frequentazione di corsi di formazione per la preparazione al collocamento nei settori a maggior richiesta, Nel periodo dei tre anni infine al beneficiario verranno fatte al massimo tre proposte lavorative ,di cui, ci può essere rinuncia motivata scritta solo per le prime due, alla terza rinuncia, decade automaticamente il beneficio del corrispettivo. Oltre il reddito così corrisposto, il reddito di cittadinanza, che io personalmente amo definire "reddito di dignità e di opportunità " viene riconosciuto anche a coloro che non sono più in età lavorativa, e che vivono con una pensione al di sotto di 760,00 euro, come integrazione per giungere appunto a questa soglia minima. Questa è la proposta,in grandi linee fatta dal M5S a livello nazionale,Intanto, a livello locale le amministrazioni possono ,tenuto conto delle disponibilità di bilancio approntare un progetto di reddito di cittadinanza locale con appositi titolo di impegno .Risultati immagini per locandina reddito di cittadinanza

no è solo una delirante, abbiamo chi bisogno, chi può pemettersi una badante ecc ecc, lei con i soldi nostri,meno male che mai li ho votati

le banche giocano i soldi nostri e rischiano per noi,cioè ce lo mettono nel cul,adesso manco un direttore che è stato licenziato,stanno tutti lì

"I danni collaterali dell'elevato debito pubblico italiano": le banche italiane e gli investitori esteri acquistano i titoli di debito italiani perché offrono il miglior rendimento in Europa, siamo il Paese più indebitato e quindi ci fanno pagare "dazio" per collocare i nostri titoli di Stato; le banche "italiane" hanno investito in questi titoli anche le liquidità ricevute a tasso vicino allo zero dalla Bce; il risultato è che dal 2011 a oggi il finanziamento delle banche all'economia reale è diminuito di circa 140 miliardi di euro. Tra il 1993 ed il 2013 ( in 20 anni) l’Italia ha pagato 1.650 miliardi di euro per interessi. E poi ci chiediamo perché l’economia italiana non cresce.!!!!!!! Ci farebbe piacere che nei tanti “Talk” televisivi e sulla stampa che conta si potesse dibattere di questo enorme problema ( debito pubblico che continua a crescre) conoscere il parere dei nostri “politici” e “opinionisti” .. ma …su questo argomento riscontriamo un silenzio tombale…. In de�nitiva il debito ha un meccanismo di redistribuzione al contrario: prende a tutti per
dare ai più ricchi, perché sono solo i ricchi che disponendo di maggiore risorse finanziarie possono vivere comodamente e disporre anche di un surplus da prestare allo stato.
Il nostro debito, insomma, aggrava la povertà e aumenta le disuguaglianze.
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Hanno scoperto che: L'acqua e' bagnata

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oramai è guerra, quella dei pezzenti contro il potente che non vuole capire che il suo mondo è finito Grecia, ordigno esploso dentro l’auto dell’ex premier Papademos: “È ferito gravemente”

oramai è guerra, quella dei pezzenti contro il potente che non vuole capire che il suo mondo è finito

Grecia, ordigno esploso dentro l’auto dell’ex premier Papademos: “È ferito gravemente”

Grecia, ordigno esploso dentro l’auto dell’ex premier Papademos: “È ferito gravemente”
MONDO

Il dossier-bomba era poggiato sul sedile posteriore della sua Mercedes, come uno di quei paper abituali che avrebbe dovuto aprire e leggere. Vicino a Goldman Sachs, nei mesi della crisi greca è stato accusato di aver gestito il debito ellenico a vantaggio dei creditori internazionali. Secondo fonti militari elleniche, da alcuni mesi è ripresa ad Atene la protesta incontrollata dei gruppi anarchici antiautoritari

finalmente

Renzi è un berlusconi giovane più feroce, ma dillo che sei il suo delfino,falla finita

Renzi deve smetterla di attaccare i magistrati! Se la prende con le Corti o coi Tribunali che non fanno altro che applicare le fonti più alte del diritto, e invece dovrebbe prendersela con sé stesso se scrive male delle leggi o dei bandi di concorso che poi gli vengono stracciati. La sua è una grave mancanza di rispetto istituzionale, degna di chi voleva distruggere la Costituzione invece di migliorarla.
Qui di seguito trovate la mia intervista rilasciata poco fa ad affaritaliani.it.
Il portavoce 5 Stelle e membro della Commissione Affari Costituzionali, Danilo Toninelli, parla ad Affaritaliani
AFFARITALIANI.IT

se è vero siamo governati da criminali e mafiosi

vinceranno i 5 stelle per mancanza risorse disumane, li arrestano tutti

Anche questi sono ESPERTONI...
Gli imprenditori Aniello e Raffaele Cesaro, fratelli del deputato di Fi Luigi Cesaro, sono stati arrestati stamane dai carabinieri del Ros con altre tre persone, in…
ILFATTOQUOTIDIANO.IT

Medici concordi: ''Più sani i bimbi non vaccinati"

Ecco...Se allevati BENE,i bambini NON s'ammalano...Per il loro "allevamento" secondo me,hanno "bisogno" d'incontrare un buon numero d'agenti patogeni...
I bambini non vaccinati sono più sani". A sostenerlo non sono pseudo-guaritori, maghi o fattucchieri. Ma oltre 120 medici che, dopo settimane di dibattiti e polemiche sul tema, escono allo scoperto con una lettera aperta all’Istituto superiore di sanità.
PARADISEFRUIT.ALTERVISTA.ORG

diciamo le cose come stanno..Se una forza politica (il m5s) propone di rendere uguali le pensioni tra i politici e gli altri cittadini.E quella al governo (il PD) si rifiuta.

Ma diciamo le cose come stanno..Se una forza politica (il m5s) propone di rendere uguali le pensioni tra i politici e gli altri cittadini.E quella al governo (il PD) si rifiuta. Perche' mai dovrei fidarmi di chi si tiene i privilegi ?E che garanzia di tutela puo' darmi il PD un domani ? E' ovvio che io vota il M5S dunque!Non fatevi fregare dalla tv e dalle parole in liberta'.I giornalisti fanno parte dello stesso sistema di privilegiati! E quindi vi faranno sempre credere che il M5S e' il male perche' e' contro anche i loro interessi. Semplice no? La verita' non e' mai complicata.W il M5S

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e poi c'è chi si esprime così

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Amnesie - Il Caimano torna sulla scena come interlocutore dell’ex rottamatore per fare la legge elettorale e da argine al “populismo”. Ma il suo passato è tutto una macchia

DA “DELINQUENTE NATURALE” AD “ALLEATO ABITUALE” DEL PD: MA RICORDATE CHI É BERLUSCONI? (di Gianni Barbacetto)

Amnesie - Il Caimano torna sulla scena come interlocutore dell’ex rottamatore per fare la legge elettorale e da argine al “populismo”. Ma il suo passato è tutto una macchia
Silvio torna. Sì, Berlusconi si prepara a essere di nuovo al centro della vita politica italiana. Come leader del suo schieramento, che non ha trovato un “federatore”. Ma anche come interlocutore privilegiato, anzi unico, del centrosinistra di Matteo Renzi, per fare la legge elettorale. Intendiamoci: nel centrosinistra per vent’anni hanno ripetuto che non bisognava demonizzarlo. Ma allora almeno qualcuno c’era a ricordare ogni giorno i conflitti d’interessi, le amicizie pericolose, le indagini penali. Del resto, occupava la scena politica e parlare con lui, se non trattare con lui, poteva apparire scelta obbligata. Oggi invece il sistema politico di cui Berlusconi era diventato il perno è saltato, la scena è cambiata, le sue forze si sono ridotte, le sue schiere sfrangiate, il bipolarismo non c’è più. Eppure c’è chi cerca un nuovo patto del Nazareno. Il leone è invecchiato, ha incassato sonore sconfitte, si è indebolito politicamente, è stato sostituito da nuovi narcisismi a Palazzo Chigi. Ma tutto questo sembra valergli una sanatoria generale, una amnistia della memoria. Il Caimano è dimenticato, oggi Silvio è un partner strategico con cui Renzi può fare argine al male assoluto: il “populismo”.
Forse vale però la pena di fare un esercizio di memoria e di ricordare chi è Silvio Berlusconi, il politico unfit all’estero, pregiudicato in Italia.
La sentenza che lo butta fuori dalla scena politica (per ora) è del 1 agosto 2013: la Corte di cassazione conferma 4 anni di pena per frode fiscale. Perché ritiene provato al di là di ogni ragionevole dubbio che Berlusconi, quando già era in politica e formalmente non più alla guida delle sue società, abbia nascosto cifre imponenti al fisco italiano e agli altri azionisti di Mediaset. La condanna riguarda “solo” 7,3 milioni di euro, occultati negli anni 2002 e 2003. Altri 6,6 milioni (del 2001) sono stati cancellati dalla prescrizione. Ma in totale, scrivono i giudici, “le maggiorazioni di costo realizzate negli anni” sono di ben “368 milioni di dollari”. Nella sentenza di primo grado, i giudici scrivono che l’imputato ha una “una naturale capacità a delinquere”. Può essere richiamato in scena, come alleato politico, un personaggio che ha nascosto al fisco 368 milioni di dollari?
Ma è lunga la storia imprenditoriale e politica di Berlusconi, che spesso coincide con la sua storia giudiziaria: 35 procedimenti penali, sette prescrizioni, una amnistia, due proscioglimenti per leggi modificate su misura in corso d’opera, quattro processi ancora in corso. Tra questi, il Ruby 3, per aver pagato testimoni affinché mentissero al processo Ruby 1 (per concussione e prostituzione minorile, nel quale è stato assolto anche grazie al cambiamento della legge sulla concussione).
Certo è stata ormai dimenticata la sentenza che condanna il suo vecchio avvocato, Cesare Previti, per aver comprato la sentenza che ha fatto diventare proprietà di Berlusconi la Mondadori, la più grande casa editrice italiana. Per lui è arrivata la prescrizione, grazie alle attenuanti generiche: ma che la sentenza sia stata comprata da Previti, per Berlusconi e con i soldi di Berlusconi, è provato, al di là di ogni ragionevole dubbio.
Per non andare troppo indietro nel tempo, della Prima Repubblica possiamo qui ricordare solo una delle mazzette che hanno fatto la storia di Tangentopoli: ma è la mazzetta più grande pagata a un singolo uomo politico, 23 miliardi di lire a Bettino Craxi, segretario del Psi e gran protettore del Silvio Berlusconi diventato padrone unico delle tv private italiane. Il processo All Iberian si è concluso con un’ennesima prescrizione (grazie alla generosità del giudice che gli ha concesso le attenuanti generiche, dimezzando così i termini), ma il finanziamento illecito dei 23 miliardi è stato riconosciuto provato.
Delicato il capitolo palermitano della irresistibile ascesa dell’imprenditore diventato politico. È in carcere per mafia Marcello Dell’Utri, braccio destro di Berlusconi e ideatore di Forza Italia, condannato nel 2014 a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, per aver fatto da mediatore tra Silvio Berlusconi e Cosa Nostra, a cui giungevano finanziamenti da Arcore. Ma già una sentenza irrevocabile del 1997 stabiliva, condannando per associazione mafiosa l’uomo d’onore Pierino Di Napoli, che certamente la Fininvest di Silvio Berlusconi versava ogni anno 200 milioni di lire a Cosa Nostra per la “protezione delle antenne tv in Sicilia”. I soldi passavano da Dell’Utri al suo amico Gaetano Cinà, che poi li consegnava a Pierino Di Napoli, il quale andava dal boss Raffaele Ganci con un sacchetto di plastica e gli diceva: “Raffaele, questi i soldi delle antenne”. Poi – dice la sentenza – Ganci si presentava da Totò Riina e gli consegnava il pacchetto: “Zu’ Totuccio, vedi che Pierino ha portato i soldi delle antenne”. (Particolare temporale: i versamenti sono continuati anche dopo il 1992, anno della strage in cui è morto Giovanni Falcone, di cui ora Berlusconi si dice tifoso. Tanto tifoso da continuare a versare 200 milioni ai suoi assassini).
Una volta arrivato ai cieli della politica, Silvio ha anche comprato un paio di senatori, nel 2008, per far cadere Romano Prodi e tornare al governo. Una lunga carriera, quella di Silvio, ieri “delinquente naturale”, oggi naturale alleato. Matteo Renzi intanto se la cava con una battuta: “Andrei a cena con Berlusconi, Salvini e D’Alema? Certo avrei delle cose da chiedere a tutti e tre, a Berlusconi del Patto del Nazareno… Ma sono a dieta”.
di Gianni Barbacetto | 25 maggio 2017

IL SFOGO DI MAGISTRATO COSTRETTO DA MAFIA DI STATO ANDARE IN PENSIONE !! ITALIA ANCORA IL REATO SUL TORTURA NON ESISTE !!! IL STATO CHE PRATICA STRAGI, L'OMICIDIO E MASCHERATI SUICIDI E APPLICANDO LE TORTURA SUL INDIVIDUI E UNA DITTATURA MASCHERATA COME DEMOCRATICA !!! IL VERTICI DI STATO CHE DIMOSTRANO CONTINUE VIOLAZIONI E VIOLANDO LA COSTITUZIONE E LA MAFIA !!

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IL SFOGO DI MAGISTRATO COSTRETTO DA MAFIA DI STATO ANDARE IN PENSIONE !!
ITALIA ANCORA IL REATO SUL TORTURA NON ESISTE !!!
IL STATO CHE PRATICA STRAGI, L'OMICIDIO E MASCHERATI SUICIDI E APPLICANDO LE TORTURA SUL INDIVIDUI E UNA DITTATURA MASCHERATA COME DEMOCRATICA !!! 
IL VERTICI DI STATO CHE DIMOSTRANO CONTINUE VIOLAZIONI E VIOLANDO LA COSTITUZIONE E LA MAFIA !!
E il giudice si tolse la toga: "Non sopportavo più l’idiozia di troppi colleghi"
Per 42 anni al servizio dello Stato, 80mila sentenze e mai un giorno d’assenza. Sei volte davanti al Csm per le critiche alla corporazione: "Sempre prosciolto"Magistrati, alzatevi! Stavolta gli imputati siete voi e a processarvi è un vostro collega, il giudice Edoardo Mori. Che un anno fa, come in questi giorni, decise di strapparsi di dosso la toga, disgustato dall’impreparazione e dalla faziosità regnanti nei palazzi di giustizia. «Sarei potuto rimanere fino al 2014, ma non ce la facevo più a reggere l’idiozia delle nuove leve che sui giornali e nei tiggì incarnano il volto della magistratura. Meglio la pensione».
Per 42 anni il giudice Mori ha servito lo Stato tutti i santi i giorni, mai un’assenza, a parte la settimana in cui il figlioletto Daniele gli attaccò il morbillo; prima per otto anni pretore a Chiavenna, in Valtellina, e poi dal 1977 giudice istruttore, giudice per le indagini preliminari, giudice fallimentare (il più rapido d’Italia, attesta il ministero della Giustizia), nonché presidente del Tribunale della libertà, a Bolzano, dov’è stato protagonista dei processi contro i terroristi sudtirolesi, ha giudicato efferati serial killer come Marco Bergamo (cinque prostitute sgozzate a coltellate), s’è occupato d’ogni aspetto giurisprudenziale a esclusione solo del diritto di famiglia e del lavoro.Con un’imparzialità e una competenza che gli vengono riconosciute persino dai suoi nemici. Ovviamente se n’è fatti parecchi, esattamente come suo padre Giovanni, che da podestà di Zeri, in Lunigiana, nel 1939 mandò a farsi friggere Benito Mussolini, divenne antifascista e ospitò per sei mesi in casa propria i soldati inglesi venuti a liberare l’Italia.Mori confessa d’aver tirato un sospirone di sollievo il giorno in cui s’è dimesso: «Il sistema di polizia, il trattamento dell’imputato e il rapporto fra pubblici ministeri e giudice sono ancora fermi al 1930. Le forze dell’ordine considerano delinquenti tutti gli indagati, i cittadini sono trattati alla stregua di pezze da piedi, spesso gli interrogatori degenerano in violenza. Il Pm gioca a fare il commissario e non si preoccupa di garantire i diritti dell’inquisito. E il Gip pensa che sia suo dovere sostenere l’azione del Pm».
Da sempre studioso di criminologia e scienze forensi, il dottor Mori è probabilmente uno dei rari magistrati che già prima di arrivare all’università si erano sciroppati il Trattato di polizia scientifica di Salvatore Ottoleghi (1910) e il Manuale del giudice istruttore di Hans Gross (1908). Le poche lire di paghetta le investiva in esperimenti su come evidenziare le impronte digitali utilizzando i vapori di iodio. Non c’è attività d’indagine (sopralluoghi, interrogatori, perizie, autopsie, Dna, rilievi dattiloscopici, balistica) che sfugga alle conoscenze scientifiche dell’ex giudice, autore di una miriade di pubblicazioni, fra cui il Dizionario multilingue delle armi, il Codice delle armi e degli esplosivi e il Dizionario dei termini giuridici e dei brocardi latini che vengono consultati da polizia, carabinieri e avvocati come se fossero tre dei 73 libri della Bibbia.
Nato a Milano nel 1940, nel corso della sua lunga carriera Mori ha firmato almeno 80.000 fra sentenze e provvedimenti, avendo la soddisfazione di vederne riformati nei successivi gradi di giudizio non più del 5 per cento, un’inezia rispetto alla media, per cui gli si potrebbe ben adattare la frase latina che Sant’Agostino nei suoi Sermones riferiva alle questioni sottoposte al vaglio della curia romana o dello stesso pontefice: «Roma locuta, causa finita». Il dato statistico può essere riportato solo perché Mori è uno dei pochi, o forse l’unico in Italia, che ha sempre avuto la tigna di controllare periodicamente com’erano andati a finire i casi passati per le sue mani: «Di norma ai giudici non viene neppure comunicato se le loro sentenze sono state confermate o meno. Un giudice può sbagliare per tutta la vita e nessuno gli dice nulla. La corporazione è stata di un’abilità diabolica nel suddividere le eventuali colpe in tre gradi di giudizio. Risultato: deresponsabilizzazione totale. Il giudice di primo grado non si sente sicuro? Fa niente, condanna lo stesso, tanto - ragiona - provvederà semmai il collega in secondo grado a metterci una pezza. In effetti i giudici d’appello un tempo erano eccellenti per prudenza e preparazione, proprio perché dovevano porre rimedio alle bischerate commesse in primo grado dai magistrati inesperti. Ma oggi basta aver compiuto 40 anni per essere assegnati alla Corte d’appello. Non parliamo della Cassazione: leggo sentenze scritte da analfabeti».
Soprattutto, se il giudice sbaglia, non paga mai. «La categoria s’è autoapplicata la regola che viene attribuita all’imputato Stefano Ricucci: “È facile fare il frocio col sedere degli altri”. Le risulta che il Consiglio superiore della magistratura abbia mai condannato i giudici che distrussero Enzo Tortora? E non parliamo delle centinaia di casi, sconosciuti ai più, conclusi per l’inadeguatezza delle toghe con un errore giudiziario mai riparato: un innocente condannato o un colpevole assolto. In compenso il Csm è sempre solerte a bastonare chi si arrischia a denunciare le manchevolezze delle Procure».
Il dottor Mori parla con cognizione di causa: ha dovuto subire ben sei provvedimenti disciplinari e tutti per aver criticato l’operato di colleghi arruffoni e incapaci. «Dopo aver letto una relazione scritta per un pubblico ministero pugliese, con la quale il perito avrebbe fatto condannare un innocente sulla base di rivoltanti castronerie, mi permisi di scrivere al procuratore capo, avvertendolo che quel consulente stava per esporlo a una gran brutta figura. Ebbene, l’emerita testa mi segnalò per un procedimento disciplinare con l’accusa d’aver “cercato di influenzarlo” e un’altra emerita testa mi rinviò a giudizio. Ogni volta che ho segnalato mostruosità tecniche contenute nelle sentenze, mi sono dovuto poi giustificare di fronte al Csm. E ogni volta l’organo di autogoverno della magistratura è stato costretto a prosciogliermi. Forse mi ha inflitto una censura solo nel sesto caso, per aver offuscato l’immagine della giustizia segnalando che un incolpevole cittadino era stato condannato a Napoli. Ma non potrei essere più preciso al riguardo, perché, quando m’è arrivata l’ultima raccomandata dal Palazzo dei Marescialli, l’ho stracciata senza neppure aprirla. Delle decisioni dei supremi colleghi non me ne fregava più nulla».
Perché ha fatto il magistrato?
«Per laurearmi in fretta, visto che in casa non c’era da scialare. Fin da bambino me la cavavo un po’ in tutto, perciò mi sarei potuto dedicare a qualsiasi altra cosa: chimica, scienze naturali e forestali, matematica, lingue antiche. Già da pretore mi documentavo sui testi forensi tedeschi e statunitensi e applicavo regole che nessuno capiva. Be’, no, a dire il vero uno che le capiva c’era: Giovanni Falcone».
Il magistrato trucidato con la moglie e la scorta a Capaci.
«Mi portò al Csm a parlare di armi e balistica. Ma poi non fui più richiamato perché osai spiegare che molti dei periti che i tribunali usavano come oracoli non erano altro che ciarlatani. Ciononostante questi asini hanno continuato a istruire i giovani magistrati e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ma guai a parlar male dei periti ai Pm: ti spianano. Pensi che uno di loro, utilizzato anche da un’università romana, è riuscito a trovare in un residuo di sparo tracce di promezio, elemento chimico non noto in natura, individuato solo al di fuori del sistema solare e prodotto in laboratorio per decadimento atomico in non più di 10 grammi».
Per quale motivo i pubblici ministeri scambiano i periti per oracoli?
«Ma è evidente! Perché i periti offrono ai Pm le risposte desiderate, gli forniscono le pezze d’appoggio per confermare le loro tesi preconcette. I Pm non tollerano un perito critico, lo vogliono disponibile a sostenere l’accusa a occhi chiusi. E siccome i periti sanno che per lavorare devono far contenti i Pm, si adeguano».
Ci sarà ben un organo che vigila sull’operato dei periti.
«Nient’affatto, in Italia manca totalmente un sistema di controllo. Quando entrai in magistratura, nel 1968, era in auge un perito che disponeva di un’unica referenza: aver recuperato un microscopio abbandonato dai nazisti in fuga durante la seconda guerra mondiale. Per ottenere l’inserimento nell’albo dei periti presso il tribunale basta essere iscritti a un ordine professionale. Per chi non ha titoli c’è sempre la possibilità di diventare perito estimatore, manco fossimo al Monte di pietà. Ci sono marescialli della Guardia di finanza che, una volta in pensione, ottengono dalla Camera di commercio il titolo di periti fiscali e con quello vanno a far danni nelle aule di giustizia».
Sono sconcertato.
«Anche lei può diventare perito: deve solo trovare un amico giudice che la nomini. I tribunali rigurgitano di tuttologi, i quali si vantano di potersi esprimere su qualsiasi materia, dalla grafologia alla dattiloscopia. Spesso non hanno neppure una laurea. Nel mondo anglosassone vi è una tale preoccupazione per la salvaguardia dei diritti dell’imputato che, se in un processo si scopre che un perito ha commesso un errore, scatta il controllo d’ufficio su tutte le sue perizie precedenti, fino a procedere all’eventuale revisione dei processi. In Italia periti che hanno preso cantonate clamorose continuano a essere chiamati da Pm recidivi e imperterriti, come se nulla fosse accaduto».
Può fare qualche caso concreto?
«Negli accertamenti sull’attentato a Falcone vennero ricostruiti in un poligono di tiro - con costi miliardari, parlo di lire - i 300 metri dell’autostrada di Capaci fatta saltare in aria da Cosa nostra, per scoprire ciò che un esperto già avrebbe potuto dire a vista con buona approssimazione e cioè il quantitativo di esplosivo usato. È chiaro che ai fini processuali poco importava che fossero 500 o 1.000 chili. Molto più interessante sarebbe stato individuare il tipo di esplosivo. Dopo aver costruito il tratto sperimentale di autostrada, ci si accorse che un manufatto recente aveva un comportamento del tutto diverso rispetto a un manufatto costruito oltre vent’anni prima. Conclusione: quattrini gettati al vento. Nel caso dell’aereo Itavia, inabissatosi vicino a Ustica nel 1980, gli esami chimici volti a ricercare tracce di esplosivi su reperti ripescati a una profondità di circa 3.500 metri vennero affidati a chimici dell’Università di Napoli, i quali in udienza dichiararono che tali analisi esulavano dalle loro competenze. Però in precedenza avevano riferito di aver trovato tracce di T4 e di Tnt in un sedile dell’aereo e questa perizia ebbe a influenzare tutte le successive pasticciate indagini, orientate a dimostrare che su quel volo era scoppiata una bomba. Vuole un altro esempio di imbecillità esplosiva?».
Prego. Sono rassegnato a tutto.
«Per anni fior di magistrati hanno cercato di farci credere che il plastico impiegato nei più sanguinosi attentati attribuiti all’estrema destra, dal treno Italicus nel 1974 al rapido 904 nel 1984, era stato recuperato dal lago di Garda, precisamente da un’isoletta, Trimelone, davanti al litorale fra Malcesine e Torri del Benaco, militarizzata fin dal 1909 e adibita a santabarbara dai nazisti. Al processo per la strage di Bologna l’accusa finì nel ridicolo perché nessuno dei periti s’avvide che uno degli esplosivi, asseritamente contenuti nella valigia che provocò l’esplosione e che pareva fosse stato ripescato nel Benaco dai terroristi, era in realtà contenuto solo nei razzi del bazooka M20 da 88 millimetri di fabbricazione statunitense, entrato in servizio nel 1948. Un po’ dura dimostrare che lo avessero già i tedeschi nel 1945».
Ormai non ci si può più fidare neppure dell’esame del Dna, basti vedere la magra figura rimediata dagli inquirenti nel processo d’appello di Perugia per l’omicidio di Meredith Kercher.
«Si dice che questo esame presenti una probabilità d’errore su un miliardo. Falso. Da una ricerca svolta su un database dell’Arizona, contenente 65.000 campioni di Dna, sono saltate fuori ben 143 corrispondenze. Comunque era sufficiente vedere i filmati in cui uno degli investigatori sventolava trionfante il reggiseno della povera vittima per capire che sulla scena del delitto era intervenuta la famigerata squadra distruzione prove. A dimostrazione delle cautele usate, il poliziotto indossava i guanti di lattice. Restai sbigottito vedendo la scena al telegiornale. I guanti servono per non contaminare l’ambiente col Dna dell’operatore, ma non per manipolare una possibile prova, perché dopo due secondi che si usano sono già inquinati. Bisogna invece raccogliere ciascun reperto con una pinzetta sterile e monouso. I guanti non fanno altro che trasportare Dna presenti nell’ambiente dal primo reperto manipolato ai reperti successivi. E infatti adesso salta fuori che sul gancetto del reggipetto c’era il Dna anche della dottoressa Carla Vecchiotti, una delle perite che avrebbero dovuto isolare con certezza le eventuali impronte genetiche di Raffaele Sollecito e Amanda Knox. Non è andata meglio a Cogne».
Cioè?
«In altri tempi l’indagine sulla tragica fine del piccolo Samuele Lorenzi sarebbe stata chiusa in mezza giornata. Gli infiniti sopralluoghi hanno solo dimostrato che quelli precedenti non erano stati esaustivi. Il sopralluogo è un passaggio delicatissimo, che non consente errori. Gli accessi alla scena del delitto devono essere ripetuti il meno possibile perché ogni volta che una persona entra in un ambiente introduce qualche cosa e porta via altre cose. Ma il colmo dell’ignominia è stato toccato nel caso Marta Russo».
Si riferisce alle prove balistiche sul proiettile che uccise la studentessa nel cortile dell’Università La Sapienza di Roma?
«E non solo. S’è preteso di ricostruire la traiettoria della pallottola avendo a disposizione soltanto il foro d’ingresso del proiettile su un cranio che era in movimento e che quindi poteva rivolgersi in infinite direzioni. In tempi meno bui, sui libri di geometria del ginnasio non si studiava che per un punto passano infinite rette? Dopodiché sono andati a grattare il davanzale da cui sarebbe partito il colpo e hanno annunciato trionfanti: residui di polvere da sparo, ecco la prova! Peccato che si trattasse invece di una particella di ferodo per freni, di cui l’aria della capitale pullula a causa del traffico. La segretaria Gabriella Alletto è stata interrogata 13 volte con metodi polizieschi per farle confessare d’aver visto in quell’aula gli assistenti Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro. Uno che si comporta così, se non è un pubblico ministero, viene indagato per violenza privata. Un Pm non può usare tecniche da commissario di pubblica sicurezza, anche se era il metodo usato da Antonio Di Pietro, che infatti è un ex poliziotto».
Un sistema che ha fatto scuola.
«La galera come mezzo di pressione sui sospettati per estorcere confessioni. Le manette sono diventate un moderno strumento di tortura per acquisire prove che mancano e per costringere a parlare chi, per legge, avrebbe invece diritto a tacere».
Che cosa pensa delle intercettazioni telefoniche che finiscono sui giornali?
«Non serve una nuova legge per vietare la barbarie della loro indebita pubblicazione. Quella esistente è perfetta, perché ordina ai Pm di scremare le intercettazioni utili all’indagine e di distruggere le altre. Tutto ciò che non riguarda l’indagato va coperto da omissis in fase di trascrizione. Nessuno lo fa: troppa fatica. Ci vorrebbe una sanzione penale per i Pm. Ma cane non mangia cane, almeno in Italia. In Germania, invece, esiste uno specifico reato. Rechtsverdrehung, si chiama. È lo stravolgimento del diritto da parte del giudice».
Come mai la giustizia s’è ridotta così?
«Perché, anziché cercare la prova logica, preferisce le tesi fantasiose, precostituite. Le statistiche dimostrano invece che nella quasi totalità dei casi un delitto è banale e che è assurdo andare in cerca di soluzioni da romanzo giallo. Lei ricorderà senz’altro il rasoio di Occam, dal nome del filosofo medievale Guglielmo di Occam».
In un ragionamento tagliare tutto ciò che è inutile.
«Appunto. Le regole logiche da allora non sono cambiate. Non vi è alcun motivo per complicare ciò che è semplice. Il “cui prodest?” è risolutivo nel 50 per cento dei delitti. Chi aveva interesse a uccidere? O è stato il marito, o è stata la moglie, o è stato l’amante, o è stato il maggiordomo, vedi assassinio dell’Olgiata, confessato dopo 20 anni dal cameriere filippino Manuel Winston. Poi servono i riscontri, ovvio. In molti casi la risposta più banale è che proprio non si può sapere chi sia l’autore di un crimine. Quindi è insensato volerlo trovare per forza schiaffando in prigione i sospettati».
Ma perché si commettono tanti errori nelle indagini?
«I giudici si affidano ai laboratori istituzionali e ne accettano in modo acritico i responsi. Nei rari casi in cui l’indagato può pagarsi un avvocato e un buon perito, l’esperienza dimostra che l’accertamento iniziale era sbagliato. I medici i loro errori li nascondono sottoterra, i giudici in galera. Paradigmatico resta il caso di Ettore Grandi, diplomatico in Thailandia, accusato nel 1938 d’aver ucciso la moglie che invece si era suicidata. Venne assolto nel 1951 dopo anni di galera e ben 18 perizie medico-legali inconcludenti».
E si ritorna alla conclamata inettitudine dei periti.
«L’indagato innocente avrebbe più vantaggi dall’essere giudicato in base al lancio di una monetina che in base a delle perizie. E le risparmio l’aneddotica sulla voracità dei periti».
No, no, non mi risparmi nulla.
«Vengono pagati per ogni singolo elemento esaminato. Ho visto un colonnello, incaricato di dire se 5.000 cartucce nuove fossero ancora utilizzabili dopo essere rimaste in un ambiente umido, considerare ognuna delle munizioni un reperto e chiedere 7.000 euro di compenso, che il Pm gli ha liquidato: non poteva spararne un caricatore? Ho visto un perito incaricato di accertare se mezzo container di kalashnikov nuovi, ancora imballati nella scatola di fabbrica, fossero proprio kalashnikov. I 700-800 fucili mitragliatori sono stati computati come altrettanti reperti. Parcella da centinaia di migliaia di euro. Per fortuna è stata bloccata prima del pagamento».
In che modo se ne esce?
«Nel Regno Unito vi è il Forensic sciences service, soggetto a controllo parlamentare, che raccoglie i maggiori esperti in ogni settore e fornisce inoltre assistenza scientifica a oltre 60 Stati esteri. Rivolgiamoci a quello. Dispone di sette laboratori e impiega 2.500 persone, 1.600 delle quali sono scienziati di riconosciuta autorità a livello mondiale».
E per le altre magagne?
«In Italia non esiste un testo che insegni come si conduce un interrogatorio. La regola fondamentale è che chi interroga non ponga mai domande che anticipino le risposte o che lascino intendere ciò che è noto al pubblico ministero o che forniscano all’arrestato dettagli sulle indagini. Guai se il magistrato fa una domanda lunga a cui l’inquisito deve rispondere con un sì o con un no. Una palese violazione di questa regola elementare s’è vista nel caso del delitto di Avetrana. Il primo interrogatorio di Michele Misseri non ha consentito di accertare un fico secco perché il Pm parlava molto più dello zio di Sarah Scazzi: bastava ascoltare gli scampoli di conversazione incredibilmente messi in onda dai telegiornali. Ci sarebbe molto da dire anche sulle autopsie».
Ci provi.
«È ormai routine leggere che dopo un’autopsia ne viene disposta una seconda, e poi una terza, quando non si riesumano addirittura le salme sepolte da anni. Ciò dimostra solamente che il primo medico legale non era all’altezza. Io andavo di persona ad assistere agli esami autoptici, spesso ho dovuto tenere ferma la testa del morto mentre l’anatomopatologo eseguiva la craniotomia. Oggi ci sono Pm che non hanno mai visto un cadavere in vita loro».
Ma in mezzo a questo mare di fanghiglia, lei com’è riuscito a fare il giudice per 42 anni, scusi?
«Mi consideri un pentito. E un corresponsabile. Anch’io ho abusato della carcerazione preventiva, ma l’ho fatto, se mai può essere un’attenuante, solo con i pregiudicati, mai con un cittadino perbene che rischiava di essere rovinato per sempre. Mi autoassolvo perché ho sempre lavorato per quattro. Almeno questo, tutti hanno dovuto riconoscerlo».
Non è stato roso dal dubbio d’aver condannato un innocente?
«Una volta sì. Mi ero convinto che un impiegato delle Poste avesse fatto da basista in una rapina. Mi fidai troppo degli investigatori e lo tenni dentro per quattro-cinque mesi. Fu prosciolto dal tribunale».
Gli chiese scusa?
«Non lo rividi più, sennò l’avrei fatto. Lo faccio adesso. Ma forse è già morto».
Intervistato sul Corriere della Sera da Indro Montanelli nel 1959, il giorno dopo essere andato in pensione, il presidente della Corte d’appello di Milano, Manlio Borrelli, padre dell’ex procuratore di Mani pulite, osservò che «in uno Stato bene ordinato, un giudice dovrebbe, in tutta la sua carriera e impegnandovi l’intera esistenza, studiare una causa sola e, dopo trenta o quarant’anni, concluderla con una dichiarazione d’incompetenza».
«In Germania o in Francia non si parla mai di giustizia. Sa perché? Perché funziona bene. I magistrati sono oscuri funzionari dello Stato. Non fanno né gli eroi né gli agitatori di popolo. Nessuno conosce i loro nomi, nessuno li ha mai visti in faccia».
Si dice che il giudice non dev’essere solo imparziale: deve anche apparirlo. Si farebbe processare da un suo collega che arriva in tribunale con Il Fatto Quotidiano sotto braccio? Cito questa testata perché di trovarne uno che legga Il Giornale non m’è mai capitato.
«Ho smesso d’andare ai convegni di magistrati da quando, su 100 partecipanti, 80 si presentavano con La Repubblica e parlavano solo di politica. Tutti espertissimi di trame, nomine e carriere, tranne che di diritto».
Quanti sono i giudici italiani dai quali si lascerebbe processare serenamente?
«Non più del 20 per cento. Il che collima con le leggi sociologiche secondo cui gli incapaci rappresentano almeno l’80 per cento dell’umanità, come documenta Gianfranco Livraghi nel suo saggio Il potere della stupidità».
Perché ha aspettato il collocamento a riposo per denunciare tutto questo?
«A dire il vero l’ho sempre denunciato, fin dal 1970. Solo che potevo pubblicare i miei articoli unicamente sul mensile Diana Armi. Ha chiuso otto mesi fa».
(561. Continua)
stefano.lorenzetto@ilgiornale.it


24/05/17

Fuerza Bruta Wayra Tour Completo se non li senti e non li vedi di musica non capisci na minchia

Roger Waters - Us+Them Tour 2017 (New Jersey)

"Forse alla fine scopriremo perché il fondo per il risarcimento dei danni da vaccino ha pagato olre 3 miliardi di dollari per danni causati dai vaccini,


La realtà è rivoluzionaria!

"Forse alla fine scopriremo perché il fondo per il risarcimento dei danni da vaccino ha pagato olre 3 miliardi di dollari per danni causati dai vaccini,
mentre allo stesso tempo si sostiene che i vaccini non causino danni..."
on. Bill Posey
deputato del Congresso
membro della camera dei rappresentanti
stato della Florida (USA)

"Da ragazzo ero anarchico,
adesso mi accorgo che si può essere sovversivi
soltanto chiedendo che le leggi dello Stato
vengano rispettate da chi governa."
Ennio Flaiano,
La solitudine del satiro

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LA MIA CRITICA SUI VACCINI E’ AUTOREVOLE. STUDIO ALLARMANTE CONFERMATO.

LA PROVA SCIENTIFICA CHE I VACCINI POSSONO FAR MORIRE I BAMBINI. E lo dice il più grande promotore mondiale di vaccini: L'AMERICA.
Vediamo chi è in grado di smontare il video.
DIFFONDIAMO IN MODO VIRALE! QUESTI SONO IMPAZZITI. Beatrice Lorenzin IL DIBATTITO SUI VACCINI VA RIAPERTO.
*Attenzione il video non è contro i vaccini. Grazie a Paolo Barnard, Giornalista vero. 1º intervento:http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php… - 2º intervento:http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php…

LA MIA CRITICA SUI VACCINI E’ AUTOREVOLE. STUDIO ALLARMANTE CONFERMATO.
 
Dopo il mio articolo di denuncia sull’abominevole affare Lorenzin, dove citavo una ricerca pubblicata sui data base gestiti dal governo degli Stati Uniti e che avverte del tasso di MORTALITA’ INFANTILE che si sospetta sia cresciuto assieme alle vaccinazioni, mi sono arrivate addosso critiche sguaiate, ma in particolare alcuni medici e ricercatori italiani mi hanno accusato di:
1) aver scelto uno studio “spazzatura” firmato da due “buffoni che neppure sono medici”.
2) che lo studio stesso non è affatto approvato dal The National Institutes of Health, del governo USA, e specificamente dal National Center for Biotechnology Information, ed è solo una delle tante stupidaggini non scientifiche che si possono trovare in PubMed, che è l’archivio dei suddetti Istituti della Sanità governativa americana.
Barnard giornalista fagiano? Not a chance, people. Rispondo.
I due buffoni NON MEDICI autori dello studio: solo un provinciale ignorante delle Scienze Bio-Mediche può affermare che se non si è medici non si è autorevoli nel campo Bio-Medico. Oggi la realtà è del tutto capovolta. Tutti i più avanzanti laboratori di ricerca bio-medica, MEDICINA OK?, del mondo sono trainati e innovati soprattutto da fisici, matematici, informatici, fisici teorici, maghi del sofware, analisti statistici, chimici, ingegneri. Solo a un pubblico sprovveduto, la corporazione medica può vendere la balla che è il medico la figura autorevole in ogni campo sanitario. E’ quasi il contrario. Il medico oggi, nell’era della Medicina High-Tech Digitalizzata, vive del lavoro dei sopraccitati, e senza loro sarebbe ancora a prescrivere Aspirina e a fare i raggi X se va bene.
Cito due esempi di grandezza globale:
A) L’inventore di una delle più importanti scoperte in medicina di sempre, la Polymerase Chain Reaction, non è medico, è un chimico, tal Kary Mullis (mio amico fra l’altro). Ha cambiato il mondo sia della medicina che delle scienze per sempre, e ha vinto il Nobel.
B) Il Direttore del Centro per il Dolore Integrativo Neuroimaging della Facoltà di Medicina di Harvard, cioè la facoltà di Medicina più importante del Pianeta, Prof. Vitaly Napadow, ha una laurea in ingegneria meccanica.
I due autori dello studio da me citato appartengono a questa categoria di esperti non-medici, che oggi ha di certo più autorevolezza nella ricerca del 99,9% dei medici che comunemente conosciamo.
Il più autorevole dei due è il PhD Dr. Gary S. Goldman, che da decenni compare al top delle scienze americane e internazionali. Cito chi lo ha pubblicato o impiegato professionalmente, e ripeto, sono i luoghi top delle scienze mondiali:
The Journal of the American Medical Association (JAMA) – Human and Experimental Toxicology (HET) – Journal of the European Academy of Dermatology and Venereology (JEADV) – British Medical Journal (BMJ) – Research and Reviews in BioSciences – the Los Angeles County Department of Health Services (LACDHS) – the Centers for Disease Control and Prevention (CDC, Atlanta), che è niente meno che l’Istituto Superiore di Sanità degli Stati Uniti – Columbia University College of Physicians and Surgeons – The Pediatric Academic Society – Journal of Association of American Physicians and Surgeons – International Journal of Toxicology.
Mio commento: come si vede, è il Curriculum Vitae scientifico più o meno della Lorenzin, o del medico sotto casa…
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Di appoggio allo studio da me citato, c’è il Dr. (non medico) Neil Z Miller. E’ giornalista medico, è stato direttore dell’organizzazione Thinktwice Global Vaccine Institute (critica dei vaccini), ha tenuto conferenze alla University of Virginia, è stato intervistato dalla PBS, cioè il maggior network televisivo pubblico d’America.
E’ stato ingaggiato in un dibattito sui vaccini al massimo livello della Sanità Pubblica americana, cioè col Direttore Medico dell’Unità di Epidemiologia nel Programma di Immunizzazione Nazionale ai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) del governo USA, che sono il loro Istituto Superiore di Sanità.
Mio commento: E’ noto che ai CDC di Washington scelgono interlocutori “buffoni” dalla pagine di Topolino…
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The National Institutes of Health, del governo USA, il National Center for Biotechnology Information, PubMed, ospitano anche articoli spazzatura di nessun valore scientifico: Per verificare la serietà dello studio nel mio primo articolo, ho usato mio cugino, che insegna NeuroCognitive Science all’università di Tor Vergata, ma che è anche ‘Visiting Professor’ nientemeno che all’università di Harvard. Ma non mi sono fermato lì.
Oggi Barnard ha chiamato i sopraccitati Istituti sanitari americani, sì, e al telefono gli ha detto “Ma voi ospitate anche articoli spazzatura di nessun valore scientifico?” Può accadere, ma molto di rado, mi hanno risposto.
Allora, per spiegare ai lettori il perché lo studio da me citato non può essere spazzatura, devo spiegare una cosa particolare. Nel mondo delle Scienze, quando un ricercatore vuole pubblicare uno studio su una rivista scientifica, egli/ella deve prima ottenere la Peer-Review. Cos’è? Significa che dovrà sottoporre il suo studio prima di tutto a una serie di scienziati suoi pari, che lo leggeranno e potranno promuoverlo o bocciarlo. SOLO se la Peer-Review è positiva lo studio viene pubblicato su riviste scientifiche serie. A quel punto viene poi listato dove io l’ho trovato, si legga sopra. Ma non solo. Quindi lo studio che ho usato aveva passato la Peer-Review.
Ma ciò che conta ancor di più, è la qualità scientifica della rivista che lo ha ospitato. Nel caso dello studio nel mio primo articolo sui vaccini, la rivista E’ SERIA, COMPROVATAMENTE SERIA, ed è Human & Experimental che tratta di tossicologia. E se devo proprio dirlo ai sapientoni medici e ricercatori italiani che mi davano dello sprovveduto, Human & Experimental ha un ikpact factor di 1.6, che per una rivista scientifica di tossicologia è nella media. Siamo assolutamente fuori dal pericolo “spazzatura”. E mi è stato anche detto “Inoltre un tecnico del settore può notare che l’articolo contiene diversi altri indicatori che ne attestano la serietà”.
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Conclusioni. Prima di dare del fagiano incompetente a Paolo Barnard, cari signori e signore arrogantelli, dovete pensarci seimila volte, perché io so fare il mio mestiere.
In secondo luogo, tutto quanto sopra dimostra che l’allarme lanciato dallo studio del mio primo articolo sui vaccini, è fondatissimo. Se poi la gggènte sapesse leggere cosa scrivo, avrebbe notato che i due autori chiedono a gran voce la messa in guardia e l’APPROFONDIMENTO dei pericoli associati ai vaccini, e mai gridano “vaccino = Auschwitz garantito”. Il Grande Promotore dei vaccini, il governo USA, se voleva poteva leggersi le pubblicazioni critiche sui vaccini che ha in pancia.
Terzo, alla luce di tutto quanto scritto in questi miei due interventi, io lo ribadisco:
Un genitore italiano oggi può pretendere la libertà terapeutica per i suoi bimbi, vi sono evidenze autorevoli molto preoccupanti. 
IL DIBATTITO SUI VACCINI VA RI-A-PER-TO.

va bene tutto,ma italiani lavatevi