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21/01/17

Attenzione...arriva il carrello dei Bolliti...☺ sabato 21/01/2017 Renzi chi? di Marco Travaglio

Attenzione...arriva il carrello dei Bolliti...




sabato 21/01/2017
Renzi chi?
di Marco Travaglio

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Ma allora ditelo che lo fate apposta per umiliarlo. Ditelo che è una congiura contro di lui per limargli i nervi e farlo diventar matto. Già è depresso per quest’improvvisa astinenza da tv, da giornali, da social, da potere, da tutto. Un po’ di tatto, un pizzico di delicatezza, che diamine. C’era proprio bisogno che Paolo Gentiloni, l’Usurpatore, andasse a Berlino a lustrare gli stivali alla Merkel sull’Air Force Renzi? Quell’aereino così civettuolo l’avevamo pagato noi (pare che costi 76 mila euro al giorno, 28 milioni l’anno, cioè la metà di quanto avremmo risparmiato con la Grande Riforma sventuratamente bocciata dagli elettori), ma se l’era costruito tutto Matteo con le sue manine, pezzo dopo pezzo, come i bambini col Lego: un capolavoro di aeronautica fiorentina. Poi c’era stato qualche problemino (non volava) ed era rimasto mestamente nell’hangar, in attesa del grande varo con ammiragli, cardinali e contesse Serbelloni Mazzanti Viendalmare. Possibile che abbia iniziato a funzionare proprio all’indomani della dipartita dell’aspirante passeggero da Palazzo Chigi? Ci dev’essere qualcosa sotto, urge inchiesta parlamentare, ben più impellente di quella sulle banche. E che c’entra il sobrio e grigio Gentiloni con quel rutilante simbolo del rampantismo al potere che andrebbe largo pure a Trump? Cattiveria, pura cattiveria.
E i giornaloni e telegiornaloni, vogliamo parlarne? Domenica Renzi – dicesi Renzi – rilascia un’intervista di due pagine a Ezio Mauro – dicesi Mauro – su Repubblica per annunciare che i 5Stelle sono solo “un algoritmo” e che lui ha cambiato idea e non si ritira più dalla vita politica perché mantenere le promesse non è coerenza, ma “vigliaccheria”. E dice tra sé e sé: chissà domani che botto! Invece il botto fa plaf. Neppure una maratona televisiva per dare un seguito all’Evento in mondovisione a Rignano, un inserto speciale sui giornali da transennare le edicole. L’unico che apprezza l’intervista è Sallusti, non so se mi spiego. Fa più rumore quella di B. al Corriere per annunciare la ricandidatura da ineleggibile. Allora Renzi parte in missione segreta (cioè preannunciata a tutta la stampa mondiale) per Scampia, insalutato ospite: nemmeno un trafiletto (salvo sul Corriere). Ma come: Renzi, dicesi Renzi, quello che faceva notizia anche quando leccava il gelato nel cortile di Palazzo Chigi, trascorre un’intera mezza giornata a Napoli, e non si mobilitano inviati, editorialisti, linotipisti, stenografi, fotografi, cameramen, fuochisti, macchinisti e ferrovieri per coprire degnamente l’Evento? Niente. Zero tituli.
Se non fosse lui stesso, la sera, visto il vuoto attorno a sé, a postare su Facebook una lunga autocronaca del blitz partenopeo, nessuno ne saprebbe nulla. Nemmeno delle sue ultime scoperte: “Torno a casa più convinto che mai che se tutti facciamo un piccolo sforzo, le cose possono cambiare e l’Italia può diventare un paese più giusto. Non lasceremo mai il futuro alla rassegnazione” (notare lo strazio delle espressioni “a casa” e “rassegnazione”). Intanto, nel bene e nel male, tutti parlano dei 5Stelle, anzi dell’algoritmo. Per riprendersi la scena, Renzi sussurra alla Stampa l’ideona del “reddito minimo”, ma non attacca: è copiata da Grillo. Allora torna a Roma, ma di nascosto sennò Gentiloni lo insegue chiedendo conto di tutti i debiti e i disastri che gli ha lasciato e pregandolo di riprendersi indietro Lotti e Boschi. Prepara una nuova segreteria tutta “giovani e intellettuali”. Pensa allo scrittore Carofiglio, che risponde picche. E al ministro Martina, che ha da fare. Però Fassino è disponibile, non si sa se in veste di giovane o di intellettuale (e se chiede a Livia Turco, magari ci sta anche lei).
Lo sport nazionale è il calcio dell’asino. Lo sfancula Staino, inopinatamente direttore della fu Unità: ah, l’ingratitudine. Lo scarica De Luca, con tutto quel che ha fatto per lui (e viceversa): bye bye Matteo, nasce “Campania Libera”. Lo snobba Sala, con un bel no alle elezioni subito. Pure Delrio lo accusa di aver “messo se stesso davanti a tutto”. Persino Alfano fa lo spiritoso: “È finito il tempo della rottamazione” (che, vista la sua presenza, non era mai cominciata). Le iscrizioni al Pd crollano: fuga di massa. Mentre i topi abbandonano la nave, gli amici finiscono nei guai (Romeo, Lotti, Del Sette, Saltalamacchia, Russo, i soci di papà Tiziano, Marchionne, Campo Dall’Orto) o se la prendono col Giglio Magico (Marroni e Vannoni). Alla Rai, Semprini è disperso (rimpiazzato dall’odiata Berlinguer!). A Sky la Varetto si dimette. E tutto ciò che lui toccò in questi tre anni inizia terribilmente a puzzare: Rai, Fca, Consip, Unità, Stabilità, Mps, Almaviva, Alitalia, Italicum, Jobs Act, Buona Scuola, Piano Case ecc. Da Re Mida a Re Merda. Quando Cuperlo, Speranza e Fassina se ne andavano, lui rispondeva gentile: Cuperlo chi? Fassina chi? Speranza chi? Ora è il momento del Renzi chi? Disperato, tenta la risalita con altri annunci, che un tempo avrebbero aperto tg e prime pagine, ora faticano a farsi spazio tra le brevi in cronaca e gli annunci del callifugo Ciccarelli. Corriere: “Renzi lavora al programma e lancia lo ‘scouting’ fra i giovani” (sempre Fassino). “Renzi con i capi locali pd in pullman per l’Italia: non esclude il proporzionale” (per chi ha imposto l’Italicum e riproposto il Mattarellum, non è male). Unità: “Renzi riparte: tre pullman in tour per ascoltare l’Italia”, anche “a costo di prenderci i fischi”. Il guaio è che l’Italia ha altro da fare e persino i fischi sono un lusso d’altri tempi. Quanto ai tre pullman, al posto dell’Air Force Renzi scippato da Gentiloni, potrebbero rivelarsi eccessivi. Come mezzo di locomozione, basta e avanza il carrello dei bolliti.
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